Dorothy Day, la via cattolica alla partecipazione politica negli USA
Voci dall'Europa

Dorothy Day, la via cattolica alla partecipazione politica negli USA

Su "Demos Milano"  Sandro Antoniazzi, già segretario milanese e lombardo della CISL, e oggi fra gli animatori di Demos, scrive che l'esperienza religiosa negli USA è fatta di contenuti del tutto diversi da quelli che emergono dalla cronaca di queste settimane. E di figure come quella di Dorothy Day (1897 - 1980): "la tradizione cattolica sociale in Italia e in Europa si fonda sull’esperienza associativa, mentre Dorothy Day rappresenta un’esperienza autonoma, singolare, di grande rilievo sul piano sociale cristiano; e come tutte le esperienze significative, tolti gli aspetti legati all’epoca, rimane una vicenda che ha molto da insegnarci anche oggi". Nata a New York, ricevette qualche elementare insegnamento religioso, poi abbandonò la religione per l’università, i diversi giornali di sinistra e sociali sui cui scriveva, gli amici intellettuali che frequentava a New York, tutti non credenti, non ostili alla religione, ma indifferenti. Dopo l'arresto in occasione di una manifestazione sindacale, che la segnerà molto, e la convivenza a  Staten Island con libero pensatore, che non vuole sentire parlare di religione, emerse in Dorothy l’esigenza di pregare per esprimere ringraziamento al Signore per la sua  felicità. La maternità aumenterà questo nuovo senso religioso, e porterà alla rottura con il compagno e con molti amici che si allontanano perché la scelta cattolica è in aperta contraddizione col mondo in cui viveva. La nuova Dorothy vuole accordare la sua scelta cattolica con la passione per i poveri e per il mondo del lavoro a cui crede e a cui si è dedicata, dal quale l'ambiente cattolico sembra essere assente o estraneo. La seconda accelerazione arriva con la crisi per la grande depressione, che fa vivere anche a New York manifestazioni ricche di tensione, e l'incontro con  Peter Maurin (1877 - 1949), che le venne presentato dal direttore del Commonweal, la rivista cattolica fondata a New York nel 1924, con cui mise a punto il programma del movimento “The catholic worker”, che sarà anche il nome giornale che fonderanno per propagandare le loro idee.  Che furono indubbiamente radicali, tanto sul piano sociale che sul piano cristiano. Nel paese in cui si è ciò che si possiede, la scelta di Day e Maurin è per i poveri, per i quali fondano delle “case di ospitalità” aperte a tutti e che offrano gratuitamente cibo e alloggio; inoltre fattorie (che Maurin voleva chiamare “università agronomiche”, perché vi si doveva anche studiare e apprendere), sempre rivolte ai bisognosi. Il tutto non con fondi pubblici, ma con appelli di solidarietà e con le offerte che il movimento sollecita, che consentiranno il miracolo di una attività che durerà decenni, nei quali Dorothy e Maurin vivranno la vita degli altri poveri, mangiano con loro e vivono nella stessa casa, che generalmente si trova negli slums; la loro è una scelta di povertà volontaria, scelta estrema che li rende credibili, facendosi poveri tra i poveri. Il movimento delinea una società in cui alla gente sia più facile essere buona, sapendo bene che non ci può essere un “salto” verso una società migliore, che va costruita a partire dalle persone, e in cui il valore della persona umana è trascendente, ma la persona si realizza nella vita sociale quotidiana, da qui il loro impegno per i lavoratori e per i poveri.
Per questo impegno il movimento risulta un tentativo vissuto di dare una soluzione alla questione sociale diversa e alternativa al comunismo, una strada che fosse espressione del personalismo cristiano. Da qui anche la peculiare posizione sul lavoro:
nell'America che ammirava fanaticamente la tecnocrazia,  Maurin introdusse una critica totale del sistema salariale, che precludeva ogni tendenza alla comunità, e della “aristocrazia del lavoro”, tipica del particolare sistema e delle relazioni industriali americane. Un sistema che riduce l’uomo a strumento, perché ferisce i corpi e provoca la perdita dell’anima. La proposta di Dorothy e Maurin era la deproletarizzazione, cioè la ricerca di una condizione strutturale diversa del lavoro, a cui cercavano di dar vita nelle fattorie agricole, nelle piccole comunità autonome, prendendo spunto dalle encicliche Rerum Novarum e Quadragesimo Anno). La chiesa, tanto intesa come gerarchia che come singoli sacerdoti, in questo era già allora appiattita sul sistema politico: l’operaio era considerato dalla chiesa quando frequentava la parrocchia, ma non lo era quando invece partecipava a uno sciopero. Malgrado ciò, nell’atteggiamento nei confronti della chiesa di Dorothy e Maurin non c’era nessuna acredine o facile giudizio; pensavano che solo con una coerente vita cristiana si potesse portare il proprio contributo al cambiamento: “se sale la religione nel nostro cuore, salirà anche nel mondo”. E se i due erano radicali nel sociale, non lo erano di meno nella fede: la fede andava vissuta integralmente e congiuntamente all’impegno sociale. Spesso l’impegno sociale sembra comportare una diminuzione dell’impegno di fede, sino al rischio di un suo abbandono; e allo stesso modo si è reticenti ad impegnarsi nel sociale per paura di venir meno a quello religioso. Si pensa in termini alternativi: più impegno sociale corrisponde a meno impegno religioso, più impegno religioso comporta minor impegno sociale. Non così per Dorothy e Maurin: massimo impegno sociale e massimo impegno spirituale vanno di pari passo e questo impegno così radicale è possibile proprio a causa di una fede radicale. In questo sta la grandezza della loro testimonianza.

L'esperienza che ci fa scoprire Antoniazzi ha un valore che ciascuno può elaborare nel suo particolare, ma ci dice molto della complessità del mondo americano, fatta di elementi politici, sociali e spirituali non riducibili ad una semplice appartenenza religiosa o partitica. Se la cronaca americana sembra dare l'idea che la politica negli Stati Uniti ha bisogno dei fedeli e dei loro voti, più che della loro fede, la vita di Dorothy Day testimonia che anche nel tempio della ricchezza il cristianesimo può essere vissuto.

https://www.demosmilano.it/2021/07/16/dorothy-day-una-testimonianza-esemplare-di-vita-sociale-cristiana/

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