29 Novembre 2020 Scenari improbabili di guerra politica
Diario

29 Novembre 2020 Scenari improbabili di guerra politica

Nei venticinque giorni passati dopo il voto del 3 novembre il team legale di D. Trump ha percorso quasi tutte le strade offerte dal sistema giudiziario americano, a livello statale e federale. Tutti i ricorsi presentati sono stati respinti, secondo alcuni osservatori anche a causa dello scarso livello giuridico delle mozioni redatte dai legali repubblicani.  Resta ancora aperta la strada di un ricorso alla Corte Suprema, sede dei peggiori incubi dei democratici da quando il 28 ottobre scorso il giudice conservatore Barrett è succeduta alla liberal Ginsburg. I tempi sono ristretti, ma gioca a favore dei repubblicani il fatto che la procedura d’urgenza della Corte assegna il ruolo di filtro al giudice conservatore Alito, molto criticato per un suo intervento pubblico di forte sostegno a Trump. Ci sono tuttavia alcuni altri scenari possibili, per quanto puramente teorici.

Il primo scenario improbabile è quello di un collegio elettorale bloccato, per ricorsi o parità di voti, che non attribuisce la vittoria a uno dei due candidati. La Costituzione degli Stati Uniti prevede (articolo II, sezione I) che il presidente venga eletto per un mandato di quattro anni, senza possibilità di proroga, quindi il 20 gennaio 2021 Trump e Pence decadono irrimediabilmente. Prima di questa data, secondo il XII emendamento alla costituzione ,toccherebbe alla Camera dei rappresentanti eleggere il Presidente degli Stati Uniti, e il Senato eleggerebbe il Vice Presidente. Nell’ipotesi in cui il Presidente non fosse eletto entro il 4 marzo 2021, mentre il Senato fosse riuscito a eleggere il vice presidente, lo stesso emendamento prevede che il Vice Presidente assuma la carica di presidente. Ora uno scenario di questo tipo per quanto paradossale, diventerebbe da incubo per i Democratici, qualora un Senato a maggioranza Repubblicana eleggesse quale prossimo Vice Presidente…..Donald Trump.

Nel secondo scenario il voto del collegio elettorale potrebbe trovarsi nell’impossibilità di indicare il nuovo Presidente a causa di un intervento giurisdizionale, che rimandi la decisione sulla controversia a dopo il 20 gennaio 2021. Il Succession Act del 1947 determina la linea di successione presidenziale, aprendo però tre possibili soluzioni in funzione dell’eventuale giuramento del un nuovo Congresso in gennaio:

a) Se il nuovo Congresso avesse giurato prima del 20 gennaio, lo speaker della Camera dei rappresentanti  sarebbe in testa alla linea successione; prevedibilmente quindi toccherebbe a Nancy Pelosi, di cui è probabile la conferma come speaker, ricoprire il ruolo di presidente ad interim fino a quando non venga risolta la controversia o indette nuove elezioni presidenziali; l’incubo passa in questo caso in casa repubblicana;

b) Se un nuovo Congresso non avesse ancora giurato il 20 gennaio, la Camera dei rappresentanti non entrerebbe in gioco, mentre sarebbero ancora in carica solo i 65 senatori i cui seggi non erano in scadenza alle elezioni di novembre. Dopo il presidente della Camera, la linea di successione assegna il secondo posto al presidente pro tempore del Senato. Nel Senato parziale dei 65, i Democratici sulla carta avrebbero la maggioranza con 35 seggi, e potrebbero eleggere presidente ad interim il decano del Senato, Pat Leahy, senatore Democratico del Vermont.

c) Una terza possibilità è che il nuovo Congresso entri in carica solo parzialmente, o con una sola Camera a funzionare, oppure con le due Camere secondo i risultati parziali. Questo scenario è da incubo per tutti gli americani, perché nella totale mancanza di precedenti, l’oscurità delle norme scritte in secoli diversi, e il probabile intervento giudiziario, il vero successore di Donald Trump sarebbe il caos istituzionale.

Si può stare certi che gli staff di Biden a Wilmington e di Trump alla Casa Bianca stanno seguendo con attenzione ognuna di queste ipotesi perché non è concepibile che venga trascurata anche la più remota delle ipotesi.  

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