06 Dicembre 2020 L'America stordita dalla strategia di Trump
Voci dall'America

06 Dicembre 2020 L'America stordita dalla strategia di Trump

Nella settimana che si chiude anche gli ultimi due Stati in contestazione, Arizona e Wisconsin, hanno certificato la vittoria di J. Biden dopo una lunga e frenetica attività di conteggio delle schede elettorali. Sulla base delle certificazioni dei 50 stati dell’Unione, a Joe Biden toccano 306 delegati, contro i 232 attribuiti al Presidente uscente Donald Trump.

Il Ministro della Giustizia W. Barr, ha dichiarato che il suo Dipartimento “non ha rilevato elementi sostanziali che confermino frodi diffuse”(01/12/2020). Per una dichiarazione analoga il 18 Novembre Trump aveva licenziato il direttore dell’agenzia nazionale per la sicurezza elettorale Chris Krebs. E’ al seconda volta in poche settimane che W. Barr non si allinea ai diktat pubblici del Presidente Trump, dopo che in Ottobre non aveva dato seguito alla richiesta presidenziale di arrestare l’allora candidato Biden in relazione alle presunte irregolarità commesse dal figlio in Ucraina (https://www.nytimes.com/2020/10/20/us/politics/trump-barr-biden.html).

Alla data del 2 Dicembre i sostenitori di D. Trump (il Partito Repubblicano e i vari comitati elettorali in suo favore) avevano contestato i risultati delle elezioni Presidenziali chiedendo riconteggi in 2 stati – Georgia, Wisconsin - e presentando 59 ricorsi nei tribunali di 9 stati. Di queste ben 19 nei soli 6 stati più controversi - Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, Pennsylvania, e Wisconsin. Tutte le richieste presentate dai ricorrenti sono state respinte e i riconteggi hanno favorito in un caso Biden ( https://ballotpedia.org ).

La strategia dell’attacco legale forsennato e immotivato, è stata definita dal Prof. Kent Greenfield, della Boston College Law School  “a losing strategy” (Associated Press 3/12/2020). Questa linea  non ha pagato, se non nei sondaggi, secondo i quali la maggioranza degli elettori repubblicani sono convinti che le elezioni siano state truccate. Delegittimando dopo le elezioni anche il sistema giudiziario, Trump ha portato un doppio vulnus alla credibilità del sistema democratico degli Stati Uniti.

Le tre opzioni residue per sovvertire il risultato sin qui delineato, restano quelle già indicate nelle settimane precedenti: un ricorso alla Corte Suprema, improbabile per le difficoltà procedurali e giuridiche oltre che per i tempi ristretti; un tentativo di forzare alcuni stati a ribaltare il voto pro Biden di almeno un centinaio di delegati in vista della riunione del Collegio elettorale del 14 Dicembre; un colpo di mano al Congresso in occasione della prima riunione il 5 Gennaio 2021, per negare la certificazione del volto del Collegio Elettorale. Opzione quest’ultima non solo resa difficile dalla matematica, ma mai realizzata in passato, e tale da rappresentare, se non un colpo di stato, certamente la crisi definitiva del suffragio popolare negli Stati Uniti. Per non parlare delle conseguenze sulla sicurezza interna, per gli inevitabili moti popolari che la accompagnerebbero, e per il crollo della credibilità degli Stati Uniti su tutti i teatri geopolitici, primo fra tutti il Medio Oriente.

Al di là della partigianeria esplicita o sotterranea, un dato sembra oggettivo: l’elettorato e la stessa democrazia americana escono indeboliti e confusi dall’epilogo del mandato di D. Trump, il cui “Make America Great Again”, al momento deve piuttosto leggersi “Make America Giddy Again”.

AVVENIMENTI RECENTI NEGLI STATI IN CONTESTAZIONE

STATO

Situazione

Data limite certificazione

ARIZONA

Il segretario di stato Katie Hobbs, Democratica, ha formalizzato il risultato insieme a tre Repubblicani, il  Governatore Doug Ducey, il procuratore generale, Mark Brnovich, e il Presidente della Corte Suprema, Robert M. Brutinel. (01/12)

 

Il giudice della Corte Superiore dello Stato Randall Warren ha respinto il ricorso dei legali i Trump perché “i querelanti non sono riusciti a dimostrare frode, cattiva condotta, voti illegali o un conteggio errato”.

Il presidente del Partito repubblicano dello stato e elettore presidenziale di Trump, aveva annunciato prima della sentenza che avrebbe presentato ricorso contro qualsiasi esito negativo alla Corte Suprema dell'Arizona (05/12),

 

Voto per Biden certificato

GEORGIA

 

Voto per Biden certificato

 

MICHIGAN

 Nella sentenza definitiva della Corte Suprema dello stato sui ricorsi dei legali di Trump, i giudici hanno scritto: “Il querelante non ha corretto gli errori contenuti nel documento depositato il 6 novembre…. non ha quindi rispettato la legge del Michigan “ (CNN 6/12)

Voto per Biden certificato

 

NEVADA

Il giudice distrettuale James Russel ha respinto l’appello dei legali di Trump in quanto “"Il ricorrente non ha dimostrato con nessuno standard di prova" le accuse contro la campagna Biden-Harris, compreso avere pagamento alcuni elettori per votare (04/12)

 

Voto per Biden certificato

 

PENNSYLVANIA

 

 

Voto per Biden certificato

 

WISCONSIN

 Ann Jacobs, Presidente della Commissione elettorale, ha firmato il documento che certifica la vittoria di J. Biden.

Il documento è stato successivamente controfirmato dal governatore  Tony Evers, Democratico, che ha anche nominato i delegati che rappresenteranno questo voto nel collegio elettorale (01/12).

 

Il Presidente della Corte Suprema dello stato ha scritto nelle motivazioni con cui la Corte ha respinto il ricorso del Partito Repubblicano  presentato non per specifiche accure di brogli ma per " invalidare l'intera elezione presidenziale in Wisconsin dichiarandola 'nulla'”. Questo non rientra fra le competenze dei Tribunali, e sarebbe molto pericoloso “una volta aperta la porta all'annullamento giudiziario dei risultati delle elezioni presidenziali, sarà terribilmente difficile chiuderla di nuovo” (05/12),

 

Voto per Biden certificato

 

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