06 Dicembre 2020 Immigrazione, un test severo per Joe Biden
Voci dall'America

06 Dicembre 2020 Immigrazione, un test severo per Joe Biden

Mentre in Italia, come fa notare Cristina Giudici su “NuoveRadici”, muovono i primi passi gli emendamenti migliorativi del decreto sicurezza “gialloverde”, che includono la proposta di reintroduzione della protezione umanitaria (https://www.nuoveradici.world ), negli Stati Uniti il Presidente eletto Joe Biden deve affrontare il difficile compito di convertire in pratica il suo programma elettorale sull’immigrazione (https://joebiden.com/immigration/).

Secondo il neo Presidente è strettamente  nell’interesse degli Stati Uniti la “costruzione di un sistema di immigrazione equo e umano... che non volti le spalle a ciò che siamo né a ciò che ci rende unicamente e orgogliosamente americani. Gli Stati Uniti meritano una politica di immigrazione che rifletta i nostri valori più alti come nazione.” Biden ricorda infatti che  “generazioni di immigrati sono arrivate in questo paese ... e per generazioni, gli immigrati hanno rafforzato il nostro più prezioso vantaggio competitivo: il nostro spirito di innovazione e imprenditorialità”.

Per questo Biden intende agire nell’immediato per cancellare le norme in materia  di immigrazione promosse da D. Trump, e quindi collaborare con il Congresso nell’approvare una nuova legislazione sull’immigrazione che includa un nuovo percorso verso la cittadinanza per quasi 11 milioni di persone che vivono da anni negli Stati Uniti.

Biden indica a questo fine 5 principi base:

1. Modernizzare la normativa sull’immigrazione

2. Accogliere gli immigrati nelle nostre comunità

3. Riaffermare l'impegno dell'America nei confronti dei richiedenti asilo e dei rifugiati

4. Affrontare le cause profonde della migrazione irregolare

5. Implementare un controllo delle frontiere efficace

e 10 obbiettivi pratici

1. Porre fine alla cattiva gestione del regime dell’asilo, che alimenta la violenza e il caos ai confini

2. Aumentare le risorse umanitarie ai confini e promuovere iniziative miste pubblico-privato

3. Porre fine alla detenzione prolungata e reinvestire in un programma di gestione dei singoli casi

4. Proteggere i “dreamers” e le loro famiglie.

5. Annullare i divieti di viaggio per i rifugiati

6. Rivedere le norme sullo stato di protezione temporanea (TPS) per le popolazioni vulnerabili

7. Garantire che il personale di Immigration and Customs Enforcement (ICE) e Customs and Border Protection (CBP) rispetti gli standard professionali e sia ritenuto responsabile di ogni trattamento disumano

8. Ripristinare e difendere il processo di naturalizzazione per i titolari di carta verde

9. Rivitalizzare la Task Force sui nuovi americani per dare impulso all’economia dando priorità all'integrazione, promuovendo l'imprenditorialità degli immigrati, aumentando l'accesso all'insegnamento delle lingue e promuovendo l'impegno civile.

10. Convocare una riunione regionale dei leader per proporre una soluzione regionale condivisa

Le linee programmatiche sono in chiara connessione con la politica sull’immigrazione dell’amministrazione Obama, ma non sarà facile ottenere la collaborazione del Congresso né il coordinamento con i governatori repubblicani di alcuni stati (Arizona - Texas). Un segnale di dialogo ci sarebbe, secondo il sito ultra conservatore Breitbart, dopo che sei eletti  repubblicani, i senatori Marco Rubio, Thom Tillis, Susan Collins, e John Cornyn e i deputati Mario Diaz e Will Hurd hanno iniziato colloqui con i loro omologhi democratici per un accordo sull’immigrazione (https://www.breitbart.com/politics/2020/12/01/six-republicans-to-explore-immigration-reform-with-amnesty-advocates/) Il cammino è lungo ma sembrano chiare le aspirazioni  della nuova amministrazione: “un moderno sistema di immigrazione che consenta all’economia di crescere” nel rispetto di tutti i valori americani.

Dirà la sua anche la Corte Suprema, che è stata chiamata a dirimere alcuni casi sorti nell’applicazione della normativa emergenziale di D. Trump. La posizione della corte è oggetto di diverse speculazioni: sino alla scorsa settimana prevaleva la certezza che si sarebbe palesato il blocco conservatore, che grazie alle nomine di Trump è maggioranza nella corte. Negli ultimi giorni, alcuni osservatori hanno cambiato parere, dopo l'esito delle audizioni delle parti, durante le quali i giudici supremi avrebbero mostrato aperto scetticismo sulla forza giuridica delle motivazioni addotte dai legali dell'amministrazione Trump. Le decisioni sono attese nelle prossime settimane.

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