USA: violenza e democrazia, un binomio impossibile e inscindibile
Voci dall'America

USA: violenza e democrazia, un binomio impossibile e inscindibile

Nel Federalist n. 10, James Madison scrisse: "La libertà sta alla fazione come l'aria sta al fuoco", ossia, proprio come il fuoco ha bisogno dell'aria per esistere, ma per suo mezzo porta distruzione, le fazioni, intese come gruppi di cittadini con interessi divergenti entro la comunità, hanno bisogno della libertà per esistere, ma rischiano di compromettere l'equilibrio del sistema. La crescita incontrollata di tali divergenze, infatti, può trasformarsi in una forza davvero distruttiva. Madison non intendeva certo sostenere che eliminare la libertà sia la soluzione, come togliendo l'aria al fuoco lo si circoscrive più facilmente. Più pragmaticamente Madison sosteneva che la struttura di una grande democrazia, così come delineata nella Costituzione americana, sarebbe stata un argine sufficiente per tenere sotto controllo gli eccessi delle fazioni, costringendole a trovare compromessi per arrivare al bene comune. Wishful thinking ? Gli anni di Donald Trump sembrano mettere alla prova questa versione della democrazia americana.

Negli ultimi giorni, le polemiche scatenate oltre Oceano, con appendici un pò ridicole anche da noi, dopo l'assassinio di Charles Kirk, si situano proprio all'interno di questo antico dibattito. Da un lato gli attacchi degli alleati di Kirk, con in testa il Presidente D. Trump, che forte del suo potere minaccia di limitare la libertà di parola garantita dalla Costituzione, colpendo chiunque non sia allineato all'esaltazione della figura del giovane e controverso attivista ucciso. Dopo avere silenziato alcuni studi legali colpevoli di avere difeso terze parti ostili al cittadino Trump, si intensificano le azioni contro la libera stampa, con  la causa miliardaria contro il NYT che segue quelle contro George Slopadopoulos/ABC/Disney, e Sixty Minutes/CBS/Paramount. Si moltiplicano i casi di giornalisti sospesi dai loro editori non per avere violato qualche codice deontologico più o meno ufficiale, ma per il timore che un servizio sgradito alla Casa Bianca scateni una vendetta contro l'editore stesso. Il recentissimo caso Kimmel è sintomatico in questo senso: anche il conduttore dipende da Disney, che non può irritare l'aamministrazione mentre attende l'approvazione per l'acquisizione di NFL Network da parte di ESPN. Il favore dell'amministrazione Trump è troppo importante per invischiarsi in discussioni sottili sulle colpe degli uni e degli altri. Infatti, il fronte opposto a quello controllato dal Presidente, vede numerosi commentatori sostenere che la doverosa condanna dell'assassinio di Kirk deve essere estesa ad ogni altra di violenza politica. Da questo lato dello schieramento politico, si sottolinea che nessuna solidarietà era stata espressa da Donald Trump e dai suoi alleati all'allora Presidente della Camera Nancy Pelosi, quando un invasato tenò di ucciderne il marito. Nè ci fu lutto nazionale per l'omicidio del deputato del Minnesota, Melissa Hortman, appena tre mesi fa, il 14 giugno 2025. Inoltre c'è chi come Stacey Patton, giornalista e docente alla  Morgan State University, non ha esitato a ricordare come proprio Kirk soleva dire che gli omicidi in politica sono il prezzo della libertà. E invita non dimenticare che il modus operandi di Turning Point USA, il movimento fondato da Kirk, consiste nel creare liste di proscrizione di professori liberal, additarli al disprezzo dei militanti di destra che si scatenano sui social con minacce di morte e attacchi coordinati che hanno reso la vita impossibile a centinaia di docenti.

Tutto ciò evidenzia tre costanti della politica, così come della società americana: la retorica iperbolica, lo stile paronoico, la violenza.

Come ha recentemente sostenuto Scott Menchin su Compact, la retorica iperbolica è una regolarità nella vita politica americana, che spiega, come nell'esempio di Madison, le ondate di violenza esattamente come la presenza di ossigeno spiega lo scoppio di un incendio. Questa forma estrema di comunicazione politica trova fondamento nel Primo Emendamento alla Costituzione USA, e nella giurisprudenza derivata che ha definito il limite fra eccessi argomentativi e diffamazione. La Corte Suprema ha ripetutamente affermato che le parole per quanto spinte, non sono diffamazione, garantendo protezione anche alla retorica più accesa ed emotiva in nome della libertà di parola in una società libera (Greenbelt Cooperative Pub. Ass'n vs Bresler 1970 - Letter Carriers vs Austin 1974 - Milkovich vs Lorain Journal Co.  1989). La Corte ha persino ritenuto degno della protezione costituzionale uno studente che in una manifestazione contro la leva all'epoca della guerra in VietNam, aveva auspicato la morte del Presidente R. M. Nixon, considerandola solo un'iperbole politica, non una concreta minaccia di morte per il presidente (Watts vs United States 1969). Sarebbe forse auspicabile una sia pur parziale revisione della dottrina, alla luce del progresso, se di progresso si tratta, nella comunicazione digitale che amplifica alla velocità della luce ogni piccolo rumore rendendolo un boato.

Lo stile paranoico, è la definizione ormai classica coniata nel 1952 dallo storico Richard Hofstadter, per indicare come il ruolo delle minoranze dominanti, l'astio esagerato verso l'avversario nutrito dalle diverse parti classe politica, e il cospirazionismo, finiscono per snaturare, avvelenandolo, il dibattito democratico. Già su questo blog sono stati indicati i precedenti, come la presunta cospirazione dell’Ordine degli illuminati, all'inizio del XIX secolo, il primo movimento populista alla metà dello stesso secolo, la ferita mai completamete guarita della Guerra di Secessione. Così come nel Novecento la campagna di odio contro gli emigrati negli anni Venti e poi contro i ricchi all'epoca della Grande Depressione, per finire con il filone, variegato e continuamente emergente, della lotta al comunismo interno, vero o presunto, dal maccartismo ai giorni nostri. Tutti gli schieramenti sono toccati da questa degenerazione della politica, che coincide con una visione manichea che oscura le argomentazioni e inibisce qualunque compomesso, spinge uomini e donne sempre meno informati e preparati al loro ruolo, a utilizzare solo forme autoritarie, giustificate dalla demonizzazione dell'avversario.

Quanto alla violenza vera e propria, tutti ricordano i quattro Presidenti americani uccisi durante il loro mandato: Abraham Lincoln (1865), James A. Garfield (1881), William McKinley (1901), e John F. Kennedy (1963). Ma si tratta della classica punta dell'iceberg. Come ha scritto Enrica Perucchietti su L'Indipendente "la violenza politica  (negli USA) non é un’eccezione, ma la regola: è un sintomo di una malattia endemica, il simbolo di una costante che nessuna legge sul porto d’armi potrà mai curare. Perché la vera “arma letale” è la cultura della violenza che permea ogni livello dell’America profonda ed è connaturata con le sue origini". La conferma più chiara di questo assioma è data proprio da una delle figure chiave dell'attuale amministrazione e prbabilmente anche del futuro di Washington: nel libro che lo ha consacrato quale leader della destra radicale, il vice presidente James David Vance ha chiarito come per lui così come per moltissimi americani la propria violenza è sempre giustificata e legittima, mentre quella altrui è volta a volta espressione di fascismo o comunismo e comunque va combattuta dalla società e repressa dal governo. E questo rappresenta non un rischio eventuale, ma una minaccia attuale in una nazione di oltre 200 milioni di abitanti in cui circolano, secondo le approssimazioni più accreditate, 500 milioni di armi, fra pistole fucili di ogni genere.

https://www.thefederalist.eu/site/index.php/it/il-federalismo-nella-storia-del-pensiero/581-james-madison-il-federalista-n10
https://firstamendment.mtsu.edu/article/watts-v-united-states/
Richard Hofstadter, The Paranoid Style in American Politics,  Harper's Magazine,
per una sintesi del libro, peraltro disponibile in libreria in edizione italiana, vedere
https://www.elzevir.it/saggistica/richard-hofstadter-e-lo-stile-paranoide-della-politica-americana/
https://www.lindipendente.online/2025/06/16/lomicidio-di-melissa-hortman-e-la-violenza-politica-negli-stati-uniti/
https://abcnews.go.com/Politics/charlie-kirk-shooting-timeline-recent-political-violence-america/story?id=125473910
https://www.thebanner.com/education/higher-education/charlie-kirk-maryland-professors-watchlist
https://www.consumershield.com/articles/how-many-guns-us

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Di Gianfranco Pascazio
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