5 Novembre 2020 Quando sapremo chi sarà il prossimo Presidente USA ?
Diario

5 Novembre 2020 Quando sapremo chi sarà il prossimo Presidente USA ?

Nel valutare la singolare situazione di incertezza in cui permane il risultato dell'elezione presidenziale negli Stati Uniti a quattro giorni dalla chiusura dei seggi, si devono tenere presenti due caratteristiche proprie del sistema politico e della mentalità americana.

Il sistema politico americano è storicamente, profondamente, inguaribilmente federale. Gli Stati dell'Unione dispongono di una autonomia quasi assoluta nelle materie di loro competenza, che includono le norme elettorali anche per la Presidenza federale. Queste norme, che sono in qualche caso arcaiche perché immutate da decenni quando non da secoli, sono quindi diversissime da stato a stato. Per questo di fronte ad una novità contingente immaginabile ma non emendabile come quella dell'esplosione del voto postale a causa della pandemia, i ritardi cronici sono diventati un vero ostacolo nel conteggio dei voti. Ogni Segretario di stato, la carica pubblica elettiva che sovrintende in ogni stato al sistema elettorale, ha messo in piedi strutture di conteggio addizionali per far fronte alla novità, ma in ogni situazione serve il tempo materiale per concludere l'operazione di scrutinio. Una volta conclusa l'operazione poi,

Va chiarito poi cosa siano i voti provvisori, di cui il Presidente Trump chiede la cancellazione e il suo rivale Biden il conteggio scrupoloso. Secondo la legge federale, qualsiasi residente negli Stati Uniti può depositare un voto provvisorio in un seggio elettorale, anche se il suo stato di registrazione non è chiaro. Questo voto viene tenuto in sospeso come provvisorio, conteggiato separatamente, e valutato dalla commissione elettorale nel periodo successivo al voto. Quest'anno il numero dei voti provvisori è esploso per vari motivi: il forte afflusso ai seggi, la rilevante mobilità interstatale che crea moltissimi nuovi residenti ovunque nell'Unione, e l'aumento del voto postale.

Per fare un esempio, i media americani riportano il caso di una elettrice della Contea di Clark, in Nevada, dove le norme locali, ereditate dalle famigerate "Jim Crow laws" nate per restringere l'accesso dei neri al voto, prevedono che gli elettori debbano presentare due documenti di identificazione e un terzo documento che dimostri che l'elettore vive nella contea.

La Signora Sidner che si è recentemente trasferita a Las Vegas dal Texas, solo dopo aver votato ha ricevuto la richiesta dei funzionari elettorali di integrare la documentazione presentata per poter registrare completamente il suo voto, che rimane al momento provvisorio.

Quando il Presidente Trump invoca la sospensione del conteggio, chiede in realtà che non vengano contati i voti provvisori, che riguardano storicamente le fasce sociali più deboli, meno avvezze alle regole elettorali, che come detto sono spesso state create proprio per limitare il loro accesso alle urne.

L'altro elemento storicamente determinante per comprendere la situazione è quella parte della tradizione americana che B. H. Lèvy definisce "l'amore per le regole". Le regole elettorali che si sono formate nei 230 anni di storia americana possono sembrare ai nostri occhi un pò ridicole, ancorate a usi sociali e parametri sorpassati da anni. Tuttavia i Segretari di stato sono estremamente scrupolosi nel controllare il rispetto di ogni regola, e altrettanto si può dire dei funzionari che sono in prima linea nel conteggio e nel successivo controllo. La rigidità nell’applicazione delle regole è una tradizione che non è mai stata scalfita dall’altrettanto tradizionale tentativo di ogni partito di forzare le regole stesse a proprio vantaggio. E' vero che la storia politica americana ha conosciuto casi anche clamorosi di aggiramento dello spirito delle norme, e in tempi più lontani anche di violenza. Ma complessivamente il sistema è garantito proprio dal decentramento del controllo e dalla larga partecipazione dei cittadini al sistema.  Per questo di fronte alle invettive del Presidente Trump a proposito di brogli, c'è stata una immediata, univoca reazione bipartisan da parte dei Segretari di Stato e dei responsabili elettorali delle Contee negli stati in cui il conteggio si trascina. E anche in questo caso l’estremo rispetto delle norme è in conflitto con l’esigenza di fornire rapidamente un risultato che renda tranquilla la nazione. Le rilevazioni statistiche continue hanno indicato un aumento vertiginoso degli ascolti per i canali televisivi dedicati alle notizie, e degli accessi Internet ai numerosi siti specializzati nelle previsioni elettorali, a dimostrazione di un interesse molto diffuso fra gli americani per l’esito dell’elezione presidenziale.

Infine non bisogna dimenticare gli organizzatori della campagna del Presidente Trump hanno presentato ricorsi alle corti locali non solo dei cinque stati considerati dagli analisti in bilico, ma in quasi tutti i 51 stati dell'Unione. E altrettanto hanno fatto i collaboratori di Biden in una ventina di stati. Qualche giudice ha già deciso d’urgenza, respingendo i ricorsi, che sono spesso pleonastici e privi di alcun merito giuridico.

I risultati finali di ogni stato saranno quindi noti entro il 15 novembre, e poi si dovranno completare le procedure di controllo dei voti provvisori e l’esame della valanga di ricorsi presentati. Per avere il risultato legale finale mai come questa volta sarà necessario attendere il 15 Dicembre, quando i delegati eletti dovranno comunicare, il loro voto al Segretario di stato federale e al presidente del Senato in carica, il vice di Trump. E forse anche dopo quella scadenza i consulenti legali dei due campi sapranno trovare argomentazioni per mettere in dubbio il risultato. Possiamo aspettarci di tutto.

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