Presentato al Congresso il "US Citizenship Act of 2021"
Voci dall'America

Presentato al Congresso il "US Citizenship Act of 2021"

Il Partito democratico e il presidente Biden, giovedì 18 febbraio hanno presentato formalmente la legge sull'immigrazione al Congresso. Si tratta di mantenere la promessa elettorale di cercare di modernizzare il sistema che regola l'immigrazione negli USA e stabilire un nuovo percorso verso la cittadinanza per milioni di residenti privi di documenti. L'impegno politico è gravoso anche perché concomitante con quello per l'approvazione pacchetto di misure economiche destinate a sollevare l'economia americana dopo la crisi per il coronavirus. I punti di divisione fra gli schieramenti politici contenuti nei due disegni di legge, rischiano di rinvigorire l'opposizione più estremista, stimolando la resistenza dei settori populisti più reazionari sull'argomento dell'immigrazione.

Responsabili parlamentari dell'iter legislativo del progetto di legge, che è stato denominato US Citizenship Act of 2021, saranno  il Senatore B. Menendez del New Jersey e la rappresentante L. Sánchez, della California.

Al centro del progetto la creazione di un percorso verso la cittadinanza per la maggior parte degli 11 milioni di immigrati privi di documenti che già vivono negli Stati Uniti. Primo passo, la verifica dei precedenti e della regolarità nel versamento delle tasse, che se superata dà accesso ad un permesso temporaneo di residenza e lavoro della durata di cinque anni. Allo scadere di questo primo periodo verrà rilasciata una "carta verde", corrispondente ad un permesso di soggiorno permanente negli Stati Uniti,  che apre la possibilità di ottenere la cittadinanza dopo altri tre anni. Un primo elemento da chiarire è cosa succederà di questi aspiranti cittadini nel caso in cui fra quattro anni a seguito di un rovescio politico democratico dovesse nuovamente installarsi un'amministrazione estremista, che potrebbe interrompere lo sviluppo nel tempo di questo percorso.

Oltre a questo, il disegno di legge elimina tutte le limitazioni ai ricongiungimenti familiari, e allarga le ipotesi di concessione di visti temporanei per lavoratori, con l'obbiettivo di dare una maggiore base di mano d'opera all'industria e al commercio americani, in un momento di auspicato rilancio produttivo. Dal punto di vista procedurale nelle intenzioni degli estensori della legge, si inverte il sistema attuale, eliminando i controlli repressivi ed aumentando le risorse per gestire direttamente nei porti di ingresso le verifiche sull'identità dei migranti, e la legalità delle singole posizioni. Il governo ha previsto anche la definizione di linee guida per le autorità di frontiera destinate a ridurre il numero di arresti e deportazioni di immigrati privi di documenti, togliendo gli agenti la facoltà di espellere i migranti se non in tre casi precisi: un ingresso illegittimo recente (pochi giorni ?), una minaccia alla sicurezza nazionale o si tratti di persona con precedenti condanne penali. Le linee guida saranno trasmesse entro 90 giorni dal segretario per la sicurezza nazionale, Alejandro Mayorkas,  al Immigration and Customs Enforcement.

Inoltre per controllare alla fonte la spinta migratoria, il progetto di legge prevede di investire 4 miliardi di dollari in quattro anni nelle nazioni confinanti e che danno origine ai maggiori flussi migratori, nell'intento di aiutare quelle economie in crisi, e mettere le premesse per una diminuzione dell'emigrazione.

Nelle intenzioni dell'amministrazione Biden quasi tutti gli immigrati attualmente privi di documenti potrebbero rientrare nel programma e quindi ottenere in otto anni la cittadinanza, con l'effetto di fare aumentare sensibilmente l'immigrazione legale, ma arrivando quasi a cancellare il fenomeno dell'immigrazione selvaggia, che si porta dietro le maggiori criticità di ordine sociale, legate alla diffusione della criminalità anche indotta dalle condizioni non ortodosse dell'ingresso negli USA.

Sarà necessario un negoziato con i senatori repubblicani per evitare l'ostruzionismo che potrebbe ritardare di un anno la promulgazione della legge. Il senatore Menendez ha iniziato la ricerca dei 10 senatori repubblicani necessari per approvare la legge senza ostruzionismo. La sfida è di trovare un compromesso con la minoranza senza snaturare la riforma proposta, contando sul peso dei sondaggi che danno una maggioranza di americani favorevoli al progetto, e la situazione particolare dei 20 senatori repubblicani che nel 2022 dovranno affrontare le elezioni di medio termine, dovendo quindi attrezzarsi per anticipare gli umori dell'elettorato. Le prime reazioni della minoranza sono venute dai nostalgici del muro di Trump, ma è evidente che la ricerca di Menendez è diretta verso l'altro settore dei repubblicani, quello più moderato e suscettibile di essere interessato al negoziato.

Secondo il New York Times l'amministrazione per ora non fa previsioni sulla reazione del Presidente Biden in caso di ostruzionismo. Jen Psaki, l'addetto stampa della Casa Bianca, ha detto che Biden è pronto a discutere con democratici e repubblicani sul progetto di legge, indicando con questo che la situazione è fluida anche nei confronti dei settori liberal. Questi ultimi a sorpresa hanno espresso l'opinione che si potrebbero introdurre misure più limitate,  dirette ad esempio ad includere nel provvedimento solo specifiche categorie di immigrati arrivati da un periodo più lungo, per poter ottenere rapidamente l'appoggio dei repubblicani moderati. La sinistra democratica ha trovato su questa ipotesi un appoggio negli eletti democratici del Texas, una delle regioni calde, che hanno detto della proposta di legge: dà troppo e troppo in fretta. "Rischiamo un disastro nel mezzo di una pandemia", ha detto Vicente Gonzalez, Rappresentante Democratico del Texas. “Il nostro partito dovrebbe essere preoccupato. Biden potrebbe ritrovarsi in minoranza al Congresso se insisterà su queste proposte".

La situazione sembra simile a quella del 1865, dopo la fine della guerra di secessione, quando il Congresso sfidò il Presidente Johnson sul Civil Rights Act. All'epoca non era ben definito chi fosse cittadino degli USA: "La parola cittadino o cittadini si trova almeno dieci volte nella Costituzione degli Stati Uniti ma  nessuna definizione di essa è data " (Lepore). Era chiaro che la Costituzione lasciando aperte le porte della Camera dei Rappresentanti a chiunque fosse residente da almeno sette anni, aveva abbracciato il criterio del merito per i cittadino vecchi e nuovi. Inoltre anche allora pesava l'argomento economico: nel dibattito dell'epoca venne evidenziato il contributo di ogni emigrato all'economia americana, che venne stimato da parte del Tesoro degli Stati Uniti pari a 800 dollari annui. Cifra che suscitò la protesta del deputato Levi Morton, rappresentante di New York, che giudicava tale importo troppo basso. Malgrado i rischi politici, e la certezza che si sarebbe aperta una nuova frattura fra nord e sud, il Congresso il 2 febbraio 1866 approvò il Civil Rights Act. Per la prima volta una legge federale definì la cittadinanza: "Tutte le persone nate negli Stati Uniti e non soggette ad alcuna potenza straniera, esclusi gli indiani non tassati, sono dichiarati cittadini degli Stati Uniti", dando a tutti i cittadini un'eguale protezione di fronte alla legge. La volontà del Congresso, che stabilì un nuovo primato cancellando per la prima volta il veto presidenziale, pose fine alla schiavitù. Oggi la situazione è infinitamente più complessa, ma si tratta ancora di prendere atto di una situazione, quella degli immigrati arrivati eludendo le norme precedenti, che è insieme di fatto e di necessità.

Se è vero che la politica è l'arte del possibile, in questo primo e delicato passaggio legislativo, sarà necessaria tutta la capacità di persuasione di Joe Biden, per districare la sua esile maggioranza dall'intreccio fra immigrazione e misure economiche di sostegno all'economia. Vedremo se alla fine del percorso legislativo, il risultato sarà all'altezza delle intenzioni.

Materiali

Jill Lepore
These truths: a history of the United States

https://www.nytimes.com/2021/02/18/us/politics/house-democrats-biden-immigration.html

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