La crisi dei sondaggisti e l'elettorato polarizzato
Voci dall'America

La crisi dei sondaggisti e l'elettorato polarizzato

Mentre amministrazione Biden e opposizione si confrontano sull'agenda politica di Washington con un occhio alle scadenze elettorali del 2022 e del 2024, gli analisti stanno portando a termine i loro studi sui risultati delle elezioni presidenziali di novembre 2020. In attesa di conoscere nel dettaglio le analisi quantitative, le spiegazioni sugli spostamenti di votanti e sulle motivazioni presunte dell'alta affluenza alle urne registrata, cominciano a circolare le prime riflessioni generali sui comportamenti elettorali degli americani.

Sul New York Times del 6 maggio in un'intervista a Colin McAuliffe e  Johannes Fischer  di Data for Progress, un think tank liberal specializzato in sondaggi di opinione, sono descritte le difficoltà che i sondaggisti politici incontrano in particolare con il campo dei sostenitori di D. Trump. I ricercatori di Data for Progress hanno incontrato resistenze da parte degli intervistati di questo settore, che è stata registrata solo parialmente nel campione rappresentativo dei democratici, in particolare da parte degli elettori dichiaratamente liberal.

I risultati dei sondaggi di Data for Progress sono considerati fra i più accurati fra quelli fatti con il metodo di campionamento non probabilistico, in cui  tramite e-mail e messaggi di testo si raggiungono intervistati di un campione già selezionato, ad esempio, persone che hanno numeri di cellulare allegati ai loro nomi su file degli elettori, che in America sono pubblici. Il rapporto di Data for Progress riconosce esplicitamente il problemi riscontrato nel tentativo di disegnare un campione rappresentativo degli elettori di Trump. "Vogliamo che questo problema sia noto a tutti, in modo che tutti possano aiutare a identificarne le cause profonde", ha detto Johannes Fischer.

Con gli intervistati democratici, a differenza dei sostenitori di Trump, il rapporto ha rilevato che il problema più comune era l'eccessiva partecipazione: gli elettori di tipo "attivista liberale", afferma il rapporto, erano così ansiosi di esprimere le loro opinioni da poter riempire rapidamente gran parte dei sondaggi.

Il cosiddetto "bias di conferma" (che fra l'altro comprende la tendenza dei partecipanti a rispondere in modo impreciso o falso alle domande) è una parte importante del motivo per cui metodi innovativi come i sondaggi text-to-web devono ancora conquistare la piena fiducia dell'establishment elettorale. Tuttavia, è certo che i risultati del rapporto mettono in evidenza la questione più ampia di chi sia, e chi non sia disposto a rispondere ai sondaggi, qualunque sia la modalità di presentazione delle domande. E poiché sempre più sondaggi vengono effettuati tramite web e messaggi di testo, queste tecniche richiedono lo stesso controllo dei sondaggi telefonici tradizionali.

Utilizzando i file degli elettori allegati agli indirizzi email dei singoli, i ricercatori possono mettere insieme i profili degli intervistati sulla base di dati disponibili pubblicamente che danno indicazioni specifiche, ad esempio l'eventuale pregressa partecipazione dell'intervistato ad una campagna politica come volontario. Utilizzando un algoritmo che tiene conto dell'intero profilo di un utente, i metodologi creeranno un modello che utilizza l'insieme di persone che si sono offerte volontarie per le campagne per identificare altre persone con interessi e stili di vita simili, giungendo a definire il tipo di elettori "attivisti" menzionati nel rapporto.

Il team sta lavorando alla definizione di nuovi metodi che consentano la miglior profilatura del campione, studiando come sia possibile "ridurre il peso delle persone che siamo relativamente certi siano attivisti", in modo che altri intervistati identificati come Democratici o Repubblicani possano essere inclusi nella prospettive rappresentate nei sondaggi.

Dopo le elezioni del 2016, quando i sondaggisti avevano sottovalutato il supporto degli elettori a Donald Trump in molti stati chiave, le analisi post elettorali hanno indicato che gli istituti demoscopici spesso non erano riusciti a cogliere le differenze di comportamento tra elettori bianchi con e senza laurea. La "ponderazione" dei dati in base all'istruzione, ovvero la verifica che un'indagine avesse il giusto livello di rappresentanza tra i livelli di istruzione, in particolare all'interno dei gruppi razziali, è stata consolidata nel metodo come una nuova procedura operativa standard.

Ma il team di Data for Progress ha scoperto che questo potrebbe non essere sufficiente. Il suo rapporto ha mostrato differenze significative e coerenti all'interno dei gruppi divisi per livelli educativi che hanno avuto un effetto sui comportamenti del campione. Non tutti gli elettori bianchi conservatori con titoli di studio universitari votano allo stesso modo e non tutti avranno la stessa probabilità di rispondere a un sondaggio. Un fattore particolarmente rilevante è risultato il luogo in cui vivevano le persone: il team ha scoperto che l'ambiente sociale di un intervistato - chi sono i suoi vicini - può avere più importanza del suo livello di istruzione. In definitiva, ha affermato Colin McAuliffe, co-fondatore di Data for Progress, il team ha scoperto che tra gli elettori bianchi, quando si tratta di scelta del candidato, "risulta maggiormente predittivo il codice postale, e quindi l'area urbana dove l'intervistato vive, del livello di istruzione".

In particolare, Fischer ha dichiarato: "talvolta cogliamo con difficoltà alcune differenze sostanziali tra i conservatori bianchi. Un repubblicano bianco con istruzione universitaria in un'area rurale che supporta costantemente Trump si comporta in modo diverso da uno con lo stesso profilo ma abita in area urbana". Riscontriamo maggiore precisione nelle risposte da parte di chi abita in aree pro Biden, e minore dalle aree anti Biden, e per questo motivo, non possiamo solo affidarci al solo criterio dell'istruzione e aspettarci che questo sia sufficiente".

Nel corso della campagna 2020, i ricercatori di Data for Progress hanno affermato di aver ricevuto risposte irriverenti e violente da migliaia di persone a cui hanno inviato messaggi, spesso accompagnate da un riferimento "MAGA" o "Trump 2020". Questo supporta la frequente osservazione degli specialisti secondo cui il sostegno a Trump è correlato al sospetto verso le istituzioni, che può avere un grande impatto sui sondaggi. Quindi, mentre conducono nuovi sondaggi su questioni razziali e politiche, i ricercatori di Data for Progress hanno iniziato a inviare diversi tipi di inviti tramite testo, orientati tutti allo stesso sondaggio. "Stiamo conducendo sperimentazioni sul linguaggio che usiamo quando mandiamo messaggi Possiamo usare un linguaggio che suscita risposte più autoritarie, o chiavi in ​​un linguaggio usato più spesso a destra, per coinvolgere quegli elettori?". E tenendo conto in particolare del clima sociale e politico dei loro intervistati, nonché dei profili personali e politici degli intervistati, Fischer ha affermato che Data for Progress ha dimezzato il margine di errore rilevato. Quando si costruisce un campione rappresentativo, ha concluso Fisher, "ora ci preoccupiamo dei vicini quanto se non più degli intervistati stessi".

Solo le prossime elezioni diranno se con questi aggiustamenti i sondaggisti riusciranno a essere più precisi nella previsione dei risultati.

Il libro

Il Libro

Euramerica

Di Gianfranco Pascazio
Edizioni l'Ornitorinco

Acquistalo ora su: