Il Segretario generale della NATO lancia l'agenda 2030
Voci dall'Europa

Il Segretario generale della NATO lancia l'agenda 2030

La NATO, comunque la si giudichi e per quanto la si possa criticare per alcune azioni del passato,  ha contribuito alla stabilità e alla sicurezza transatlantica per oltre 70 anni. Il mondo che ne aveva suggerito la nascita, non esiste più, eppure è aumentata l'importanza e la complessità della missione dell'alleanza, alle prese con nuovi interlocutori non sempre attendibili o affidabili. Nessuno è oggi in grado di avere certezze sul futuro della NATO, sulla compattezza dei suoi membri, sulla capacità della struttura di adeguarsi all'evoluzione del mondo. Che oltre tutto permette orizzonti temporali sempre più ridotti, vista l'accresciuta velocità dei cicli economici e politici nell'era digitale.

Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, ha aperto il 2021 con un significativo discorso politico che mette in connessione la visione di lungo periodo della NATO con i primi esiti dell'operazione "Giovani leader della NATO 2030", un gruppo voluto dal segretario per interpretare in modo aggiornato l'evoluzione in corso dello scenario strategico mondiale.

Partendo dalla rivendicazione del principale risultato dell'azione della NATO, la garanzia della pace, in Europa e America, il segretario ha espresso preoccupazione per l'inclusione nell'area della sicurezza di pandemie e infodemie, e di problemi come il cambiamento climatico e il controllo delle tecnologie.

Per Stoltenberg, l'alleanza posta di fronte a una situazione ricca di imprevedibilità, deve anticipare le crisi, e identificare le aree critiche per la sicurezza delle popolazioni garantite dall'alleanza. La NATO deve innanzitutto, secondoil segretario, garantire prima di tutto i valori di libertà, democrazia, e Stato di diritto,  che sono centrali quanto fragili, come si è visto il 6 gennaio scorso con l'attacco al Congresso degli Stati Uniti. La democrazia, è forte ma non dobbiamo mai darla per scontata.

La seconda area cui Stoltenberg rivolge attenzione è quella della resilienza, termine internazionalmente alla moda: la sicurezza non si basa solo su forze armate forti, ma sulle capacità di resistenza delle società e delle infrastrutture dei paesi dell'alleanza. Per garantire la continuità le strutture dei trasporti e delle telecomunicazioni, che abbiamo scoperto avere delle vulnerabilità sorprendenti, diventa essenziale una nuova e diversa forma di attenzione per la security. Con uno sguardo al presente, relativo ai cavi sottomarini, e al futuro con quello che sarà il nuovo sistema con la tecnologia 5G.

La terza area riguarda il ruolo della NATO nel mondo, con la sua originaria vocazione regionale fra Europa e Nord America, che si è ormai da tempo trasformata con una prospettiva globale. I problemi di sicurezza che la NATO deve affrontare sono i medesimi di partner come Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud. Ma anche potenzialmente Brasile e India. Il collegamento fra le diverse alleanze regionali può avere come risultato un rafforzamento della sicurezza collettiva.

In quarto luogo, per Stoltenberg sono ormai chiare le implicazioni per la sicurezza del cambiamento climatico: il riscaldamento globale mette sotto pressione le persone e le risorse e rende il mondo un posto più pericoloso, quindi influisce sulla nostra sicurezza, e rende più difficile per le nostre forze militari tenerci al sicuro.

Da ultimo il tema delle tecnologie, difficile da affrontare perché mentre se ne parla emergono nuove applicazioni ponendo problemi sempre nuovi ai regolatori di ogni tipo. Questa rapidità sposta continuamente i limiti della competizione, che a lungo ha visto il vantaggio tecnologico dell'occidente, con conseguenze dirette anche per la capacità militare dell'alleanza. Questo vantaggio è ormai messo in crisi dalla rincorsa di Russia e Cina, e rende necessari innovazione e investimenti .

Il discorso di Stoltenberg ha avuto come sfondo l'evento digitale che ha messo a confronto studenti di 10 università europee su temi strategici per la NATO, sempre con orizzonte  2030. Il dibattito orientato agli argomenti indicati dal segretario, verteva su due quesiti principali: in che modo la NATO continuerà a essere un'ancora strategica in tempi incerti? Come si adatterà a minacce ben note come il terrorismo e i nuovi rischi ?

L'iniziativa originale e in qualche misura anomala di Stoltenberg va esaminata ricordando che il segretario è un politico integralmente europeo, già leader del Partito Laburista Norvegese. Alla guida della NATO come Segretario generale dal 2014, Stoltenberg non ha certo dimenticato le radici culturali della partecipazione europea all'alleanza. L'iniziativa e il discorso di Stoltenberg sembrano sottintendere un momento di incertezza identitaria da parte di un'istituzione tradizionalmente rappresentata come monolitica. I ragionamenti, se non i dubbi, stimolati dalle proposte lanciate da Stoltenberg alle nuove generazioni europee, con un orizzonte temporale non poi così lontano, hanno implicazioni che vanno considerate con attenzione da tutti.

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