20 Dicembre 2020 La nuova proposta UE per il mercato digitale
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20 Dicembre 2020 La nuova proposta UE per il mercato digitale

La Commissione Europea ha presentato il 15 dicembre le linee guida della nuova normativa sul controllo dei mercati digitali, proponendo una linea di continuità con l'azione giudiziaria lanciata dalla Federal Trade Commission negli USA e con le proposte presentate negli Stati Uniti da studiosi come F. Fukuyama.

Con i due nuovi sistemi normativi UE, Digital Services Act e Digital Markets Act, la Commissione europea propone di riscrivere le regole sulla gestione dei mercati digitali e sul controllo da parte delle competenti autorità continentali.  Il mondo dei servizi digitali è radicalmente cambiato da quando, 20 anni fa, venne adottata la direttiva sul commercio elettronico. Le piattaforme online hanno saputo creare valori nuovi e cospicui per i consumatori, che hanno pagato però il prezzo di una ristretta libertà di scelta e di un incontrollabile utilizzo dei loro dati personali, per non parlare dei problemi legati alla vendita online di beni o servizi con sistemi illeciti. Da semplici operatori, le aziende "big tech" hanno assunto un ruolo sistemico, realizzando dei circuiti chiusi nei quali il consumatore trova soddisfatte alcune esigenze immediate, ma perde quasi tutta la libertà di scelta e sono messi in discussione i diritti degli utenti, il controllo delle informazioni e la possibilità per il regolatore di intervenire ex ante.

La UE si propone quindi un duplice intervento: da un lato vengono riscritte le regole di accesso al mercato, operazione particolarmente difficile vista la velocità dell'innovazione nel settore, mentre a valle vengono definiti standard rigorosi di controllo e sanzione che passano dalle multe all'intervento sulla proprietà delle aziende, che in caso di ripetuta non conformità rispetto alle norme del mercato, potrebbero persino essere obbligate a cedere "alcune attività, per le quali non sono disponibili altre misure alternative ugualmente efficaci per garantire la conformità".

Digital Services Act

Dedinisce gli obblighi per la gestione dei servizi digitali nell'UE, :

  • norme per la rimozione di beni, servizi o contenuti illegali online;
    garanzie per gli utenti i cui contenuti sono stati erroneamente cancellati dalle piattaforme;
  • nuovi obblighi per le piattaforme di grandi dimensioni di adottare misure basate sul rischio al fine di prevenire abusi dei loro sistemi;
  • misure di trasparenza di ampia portata, anche per quanto riguarda la pubblicità online e gli algoritmi utilizzati per consigliare contenuti agli utenti;
  • nuovi poteri per verificare il funzionamento delle piattaforme, anche agevolando l'accesso dei ricercatori a dati chiave delle piattaforme;
  • nuove norme sulla tracciabilità degli utenti commerciali nei mercati online, per contribuire a rintracciare i venditori di beni o servizi illegali;
  • un processo di cooperazione innovativo tra le autorità pubbliche per garantire un'applicazione efficace in tutto il mercato unico.

Inoltre le piattaforme che raggiungono più del 10% della popolazione dell'UE (45 milioni di utenti) sono considerate di natura sistemica e sono soggette non solo a obblighi specifici di controllo dei propri rischi ma anche all'introduzione di una nuova struttura di sorveglianza. All'interno di questo nuovo quadro in materia di responsabilità si inserirà l'attività di un consiglio dei coordinatori nazionali dei servizi digitali, e la Commissione sarà dotata di poteri speciali per quanto riguarda la supervisione delle piattaforme molto grandi, anche con la possibilità di sanzionarle direttamente.

Fra gli obblighi previsti, solo per le aziende di grandi dimensioni, un audit indipendente annuale sull'applicazione delle norme e una relazione annuale di ciascuna piattaforma sulla gestione dei principali rischi, in particolare in materia di pubblicazione di contenuti illegali, disinformazione, influenza sui processi elettorali e targeting ingiustificato di gruppi minoritari.

Digital Markets Act

Si inserisce nella più ampia categoria del diritto della concorrenza, e definisce i criteri per il controllo della pratiche sleali sull'accesso al mercato, sulla base della sorveglianza costante del mercato digitale, e permetterà anche di aggiornare gli obblighi per le aziende, in funzione della realtà digitale in costante evoluzione.
Il Digital Markets Act si applicherà solo alle piattaforme (motori di ricerca, i social network o i servizi di intermediazione online) che metteranno in atto pratiche sleali, identificate dal regolatore in materia di:

  • soglie quantitative come base per individuare controllori dell'accesso presunti.
    difficoltà per gli utenti nel disinstallare software o applicazioni preinstallati;
  • possibilità per i software di terze parti di interoperare con i servizi delle piattaforme;

Anche in questo caso alle sanzioni si affiancano, in caso di recidiva, obblighi sull'adozione di misure strutturali per le aziende, che arrivano sino alla cessione attività e rami di azienda.

Oltre all'azione giudiziaria americana, va tenuto presente il nuovo ruolo post Brexit del regolatore britannico, Competition and Markets Authority, che la scorsa settimana ha anch'esso annunciato nuove norme valide solo nel Regno Unito per limitare "big tech", con i maggiori limiti derivanti dalla ristretta competenza nazionale dell'intervento.

Si tratta, come detto in altre occasioni, di un tema che rappresenta un filo rosso che si sta svolgendo fra le due sponde dell'Atlantico, di cui andrà seguita con grande attenzione l'evoluzione e che trarrebbe grande vantaggio da una gestione coordinata fra Europa e Stati Uniti, per tacere dell'ormai isolata voce britannica.

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