2 Aprile - J. Biden: America must lead again
Voci dall'America

2 Aprile - J. Biden: America must lead again

da https://www.foreignaffairs.com/articles/united-states/2020-01-23/why-america-must-lead-again

Se i risultati provvisori delle elezioni presidenziali del 3 Novembre 2020 saranno ufficialmente confermati il prossimo 15 Dicembre, e porteranno Joe Biden alla Casa Bianca, ci si deve aspettare un radicale mutamento nella politica estera americana. Per cercare di capire quali saranno gli orientamenti strategici è utile leggere quanto Biden ha scritto su Foreign Affairs nell’Aprile 2020 in un articolo il cui titolo è uno dei pochi slogan che si ricordano della campagna del candidato democratico, ancorché specificamente anti trumpiano: America must lead again.

1 Lo stato del mondo

1.1 Biden muove dalla critica alla politica estera di D. Trump che avrebbe:

- indebolito il rapporto con gli alleati;

- svalutato intelligence, diplomatici e militari;

- distrutto la credibilità degli USA;

- incoraggiato senza risultato gli avversari;

- lanciato guerre commerciali inutili;

- abdicato alla leadership americana;

- deviato dai valori democratici americani.

Nella lettura di Biden questi errori hanno contribuito a rendere il mondo meno sicuro limitando le possibilità di affrontare questioni come il cambiamento climatico e la crisi della democrazia rappresentativa.

1.2 Gli USA con l’amministrazione Biden: una nuova leadership

Secondo questa dichiarazione programmatica del candidato Biden, la democrazia e il liberalismo saranno i criteri guida per la futura politica internazionale degli Stati Uniti. Maggiore democrazia e libertà all'interno saranno la premessa per una restaurata politica estera, che dimostri al mondo che gli USA sono pronti ad essere di nuovo la guida del mondo libero. Per questo Biden una volta eletto intende organizzare un "summit globale per la democrazia .... per rafforzare le nostre istituzioni democratiche, .....e forgiare un'agenda comune", includendo fra i partecipanti la società civile e il settore privato.

La politica estera americana dell’eventuale amministrazione Biden avrà al centro gli interessi della classe media, per guidare l'innovazione, limitando corruzione e disuguaglianze, e orientando al benessere comune un programma straordinario di investimenti in ricerca e sviluppo.  Per questo, secondo Biden, è necessario tornare ad una politica commerciale aperta e collaborativa, fatta di accordi commerciali nuovi e giusti.

La forza deve solo per proteggere gli americani, ed "é tempo di porre fine alle guerre eterne", mantenendo grande attenzione sul contrasto al terrorismo.

In questa nuova visione la diplomazia sarà "il primo strumento del potere americano ..... costruendo e curando relazioni e lavorando per identificare aree di interesse comune mentre si gestiscono i punti di conflitto".

1.3 Gli alleati

Nessuna alleanza privilegiata sembra essere delineata nel documento di Biden. L’Europa è citata insieme agli altri alleati tradizionali (Australia, Giappone e Corea del Sud); una omologazione che deluderà forse i vertici Europei, ma più ancora il governo Britannico, ancorato alla tradizionale “special relationship”, in particolare in tempi di Brexit. Per “rafforzare le nostre capacità collettive con amici democratici”, Biden afferma di voler puntare sul rilancio delle alleanze militari, prima fra tutte la NATO. L’alleanza del Nord Atlantico non è "il racket di protezione gestito dagli americani" descritto da Trump, ma un'alleanza "al centro della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ed è il baluardo dell'ideale democratico liberale, un'alleanza di valori, che la rende molto più durevole, affidabile e potente delle partnership costruite con la coercizione o con il denaro."

In questo sistema di alleanze gli USA a guida Biden tornerebbero ad essere presenti ovunque "condividendo le responsabilità globali con i partner disponibili".

1.4 I competitor

Con la Cina secondo Biden è necessario un confronto, che deve essere condotto insieme agli alleati. Per questo la nuova agenda di politica estera prevederà il ritorno degli USA al tavolo di ogni negoziato in veste di leader; un leader non infallibile ma presente.

Con la Russia Biden ritiene si debba tornare a una politica di fermezza: contrastare l'aggressione russa, con le capacità militari dell'alleanza, combattendo la corruzione, la disinformazione e il crimine informatico. "Dobbiamo imporre costi reali alla Russia per le sue violazioni delle norme internazionali e stare con la società civile russa, che si è coraggiosamente schierata ripetutamente contro il sistema autoritario cleptocratico del presidente Vladimir Putin."

1.5 Gli obbiettivi concreti

Avendo ripreso il ruolo guida, nelle intenzioni di Biden gli USA  potranno affrontare tre temi essenziali:

  • "il cambiamento climatico,

concretamente gli USA “torneranno all'accordo sul clima di Parigi" e chiederanno un nuovo vertice sul carbone;

  • la rinnovata minaccia di una guerra nucleare,

sarà affrontata con il dialogo e l'intelligenza non cancellando accordi ma scrivendone di nuovi, dimostrando che "l'unico scopo dell'arsenale nucleare statunitense é di scoraggiare l'uso del nucleare e, solo se necessario, reagire contro un attacco nucleare";

  • le sfide della tecnologia,

posto che la tecnologia per Biden va utilizzata per promuovere una maggiore democrazia e prosperità condivisa, gli USA si uniranno agli alleati democratici per "sviluppare reti 5G sicure e guidate dal settore privato che non lascino indietro alcuna comunità, rurale o a basso reddito. Mentre le nuove tecnologie rimodellano la nostra economia e società, dobbiamo garantire che questi motori del progresso siano vincolati da leggi ed etica".

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