Bidenomics sotto la lente degli economisti in USA e UE

La politica economica dell'amministrazione Biden, ormai assurta al rango di dottrina e definita "bidenomics",  è al centro dell'attenzione degli economisti di tutto il mondo.

Favorevoli e ottimisti sono giunti a definire la manovra Biden "America First con un pò di cervello", valutazione non esattamente lusinghiera per l'ex presidente Trump. E Paul Krugman, Premio Nobel per l'economia, sul New York Times ha affermato incisivamente che "la bidenomics è americana quanto la torta di mele". Fra gli ottimisti anche Gregory Daco, capo economista di Oxford Economics a New York, secondo cui la politica economica e fiscale di Joe Biden insieme alla politica monetaria della banca centrale USA, consentiranno un vero rimbalzo della crescita degli Stati Uniti nel 2021.

Lo schieramento dei contrari, e pessimisti, annovera la stampa populista americana, come il New York Post; "la carenza di manodopera sta alimentando l'inflazione: quando le segherie, ad esempio, non possono assumere per aumentare la produzione per soddisfare la domanda in forte espansione mentre decine di milioni cercano di investire i loro assegni di stimolo o i soldi risparmiati da un anno di blocco in alcuni miglioramenti domestici, i prezzi del legname raddoppiano". Il Wall Street Journal, roccaforte dell'ortodossia liberista, aveva iniziato a sollevare allarmi già durante la campagna elettorale del 2020 "la maggior parte degli economisti delle grandi istituzioni finanziarie di oggi ha un pregiudizio keynesiano che pone la domanda dei consumatori e la spesa pubblica come i principali motori della crescita. Questo è certamente vero per Moody's, il cui capo economista è Mark Zandi, che a nostro avviso sottovaluta l'impatto di aliquote fiscali più elevate e di maggiore regolamentazione nei suoi calcoli economici". Più recentemente la stessa testata ha alzato il tono contro la politica di Biden: "Il signor Biden può ignorare i principi limitanti per ora soprattutto per una ragione: i tassi di interesse sono vicini allo zero. In effetti, il presidente della Fed Jerome Powell è il protagonista più importante nella Bidenomics. Ma i tassi bassi e l'atteggiamento tranquillo della Fed sull'inflazione potenziale sono prodotti delle circostanze odierne, non nuove caratteristiche permanenti dell'economia. Più a lungo la Bidenomics procede come se i limiti non esistessero, più è probabile che li raggiunga".

Un'analisi della bidenomics, obbiettiva e documentata anche sul versante politico, è stata fatta in Europa dal prestigioso ufficio studi della Cassa Depositi e Prestiti, guidato da Andrea Montanino.

Secondo gli analisti romani, l'impatto delle prime misure di Biden sarà molto forte ma temporaneo, mentre è più difficile dire con certezza se il piano strutturale, altrettanto imponente ma più duraturo, riuscirà a superare le contingenze della politica americana, visto che prevede un finanziamento basato sull'aumento delle imposte in particolare aziende e redditi alti, quindi con probabili resistenze politiche.

Dopo avere analizzato il dettaglio legislativo della manovra Biden (American Rescue Plan - American Jobs Plan - American Families Plan), e le difficoltà dell'iter di approvazione, schematizzando lo studio di CDP afferma che nel lungo periodo Biden vuole invertire il trend di obsolescenza delle infrastrutture e riequilibrare le disuguaglianze che affliggono la società americana. I piani di Biden in questo senso vengono opportunamente collocati nel filone storico della espansione della competenza del governo federale americano, come fatto in forme ed epoche diverse, da F. D. Roosevelt, R. Reagan e B. Obama. Rappresenta però una vera svolta rispetto all'amministrazione Trump, che aveva riservato gli interventi più rilevanti alle fasce più alte di reddito, incrementando le disuguaglianze.

A fronte di questa politica espansiva, secondo CDP, l'Europa può attendersi  effetti positivi dovuti all'aumento dell'interscambio commerciale ed in particolare delle esportazioni verso gli USA, ma anche un potenziale aumento dell'inflazione, spingendo le istituzioni comunitarie ad allentare le regole per gli investimenti pubblici, generalmente ricomprese sotto la formula del "Patto di stabilità". Lo studio CDP include fra le possibili misure proprio una revisione del patto, ad esempio con l'inclusione della "golden rule" che consente di eliminare dal calcolo del deficit la spesa per gli investimenti diretti alla crescita. L'eventuale aumento del deficit pubblico e dell'inflazione USA, per quanto improbabile secondo questa analisi, potrebbe fare aumentare i tassi di interesse, rafforzando il dollaro a scapito dell'euro e delle importazioni dagli USA. Questo comporterà sì un forte supporto a famiglie e aziende, ma anche un aumento del debito pubblico. Gli analisti di CDP evocano a questo proposito un altro esperimento riuscito della regolazione finanziaria americana: il "partenariato pubblico privato", il cui uso è incentivato dalla fiscalità USA, e che favorirebbe anche il riequilibrio fra investimenti e risparmi privati, oggi sbilanciato sui secondi.

Sulle due sponde dell'Atlantico il vero interrogativo, che anche lo studio CDP si pone, resta quello dell'eventuale aumento dell'inflazione.

In un primo tempo il rischio è minimo, secondo gli analisti di CDP, anche perché i fattori concorrenti sono dovuti a situazioni contingenti (pandemia, dinamiche fra sotto produzione e livello dei prezzi, colli di bottiglia nelle catene di produzione e approvvigionamento). Ma l'approvazione della seconda parte del Piano Biden, nel lungo periodo potrebbe avere addirittura effetti di contenimento dell'inflazione, per tre ordini di motivi. Anzitutto perché gli investimenti in infrastrutture porterebbero ad aumentare lo stock di capitale con miglioramento della capacità produttiva e quindi riduzione dei costi marginali delle imprese, aumento del livello occupazionale e calmieramento dei prezzi. Inoltre essendo spalmato su 10 anni il mega intervento avrebbe un impatto graduale sul'insieme del sistema. Infine, Biden non intende stampare moneta, ma finanziare i suoi piani con l'aumento sulla tassazione del reddito d'impresa.

Il giudizio complessivo è quindi ottimistico: la riuscita della manovra Biden potrebbe positive ricadute anche sull'economia europea.

https://foreignpolicy.com/2021/06/18/biden-bidenomics-economy-america-first-trump-trade-supply-chains-industrial-policy-china-reshoring-protectionism/

https://www.nytimes.com/2021/04/01/opinion/biden-infrastructure.html

https://www.lecho.be/les-marches/actu/general/les-bidenomics-vont-permettre-le-rebond-de-l-economie/10278552.html

https://nypost.com/2021/06/12/bidenomics-is-a-total-disaster-that-could-send-us-back-to-stagnant-70s/

https://www.wsj.com/articles/the-cost-of-bidenomics-11603055037

https://www.wsj.com/articles/how-bidenomics-seeks-to-remake-the-economic-consensus-11617796981

https://www.cdp.it/sitointernet/page/en/bidenomics_and_the_repercussions_for_europe?contentId=TNK35935